Eleganza in punta di fioretto. Arianna Errigo, il futuro presente

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valescherma
view post Posted on 24/6/2009, 09:55




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Eleganza in punta di fioretto. Arianna Errigo, il futuro presente

di Pasquale Giordano

Avere contro Valentina Vezzali e cedere solo all’ultima stoccata non è cosa da tutti. Qualcuno considera Arianna Errigo erede prossima della Vezzali, a me piace pensare che lei sia diversa.

Diversa perché non merita di essere un clone di una campionessa, merita lei stessa lo spazio e la ribalta che sono adesso della Vezzali e che lei sta tentando, con lavoro certosino, di sottrarle. Che sia chiaro, nessuno le regalerà nulla, ma questo deve averlo capito già da bambina.

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Mi chiamo Arianna Errigo, ho 21 anni e sono una fiorettista del C. S. Carabinieri. Ho cominciato a tirare a sei anni in una sala d’armi a Monza, mi ha portato mia madre e io mi sono appassionata da subito a questo sport. Da sei anni vivo a Como e mi alleno nella palestra Ginnastica Comense 1972 sezione scherma con il maestro Giovanni Bortolaso.

Già da piccolina ho raggiunto degli ottimi risultati anche se il primo importante piazzamento l’ho ottenuto nel 2004 a Plovdiv (Bulgaria), al campionato del mondo categoria cadetti, conquistando la medaglia d’oro. Negli ultimi due anni di categoria under 20 mi sono laureata campionessa europea (Poznan, Polonia 2006, Praga, Repubblica Ceca 2007 ) arrivando terza al campionato del mondo.

Questo, che sarebbe dovuto essere un anno difficile essendo il mio primo da assoluta, si è rivelato un anno pieno di soddisfazioni. Da subito ho capito che, per poter ben figurare nella categoria degli assoluti, bisogna avere la giusta preparazione fisica. Pur essendo pigra ho cominciato dallo scorso agosto un’adeguata preparazione atletica con il maresciallo dei carabinieri Felice Romano. A febbraio sono iniziate le gare di coppa del mondo e nella mia prima competizione sono arrivata terza perdendo 7-6 sempre contro Valentina (Vezzali, nda), la gara successiva, invece, ho vinto. Eravamo a Danzica (Polonia) e in finale ho battuto una fiorettista russa.

La stagione per me non è ancora finita, c’è un’ultima gara di coppa del mondo a Dallas il 20 e 21 giugno mentre gli appuntamenti più importanti della stagione saranno gli europei che si disputeranno a Plovdiv a luglio e i mondiali a fine settembre in Turchia, precisamente ad Antalya.



Perché hai scelto la scherma?

I miei genitori hanno sempre voluto che io fossi impegnata nello sport o in attività musicali. Ho praticato molti sport ma era solo la scherma a farmi star bene. Mi divertivo e quando tiravo con il fioretto non pensavo a null’altro. Ci sono stati degli anni in cui avevo contemporaneamente impegni su più fronti ma se dovevo scegliere tra una partita di pallavolo e un assalto di fioretto sceglievo quest’ultimo. Ogni tanto ho tirato anche di spada, pensa che ho addirittura vinto un campionato cadetti impugnando quest’arma. Nemmeno questo successo ha però fatto vacillare la convinzione che il fioretto sia la mia unica passione. Mi diverte di più, è la base di tutto quello che faccio. Il mio obiettivo ogni volta che gareggio è divertirmi e con il fioretto riesco a divertirmi di più. Avere dei miti davanti quali Giovanni Trillini o Valentina Vezzali mi ha stimolato a dare sempre di più. Sono molto competitiva.



Appunto, sei quarta nel ranking della FIE.

Ricordo prima di partire per la mia prima gara di coppa del mondo, era febbraio del 2009. Io guardavo la mia posizione, 117esima, e pensavo a quanto sarebbe stato duro rientrare tra le prime sedici, ovvero tra le posizioni di altissima classifica che ti permettono di saltare i turni preliminari. Credevo che avrei impiegato molti anni a raggiungere queste posizioni di vertice e invece sono stata brava e adesso sono qua. In una gara si può anche essere forti fisicamente o tecnicamente ma non sono le sole cose che servono. La voglia di dimostrare, la forza d’animo, il carattere, la tenacia sono tutte delle caratteristiche che sento mie. In più il duro lavoro paga sempre, alcuni di questi aspetti, che prima ritenevo marginali, adesso sono al centro del mio allenamento e sono delle spinte a voler fare sempre meglio.

Ho sempre preparato le gare volta per volta senza guardare troppo in là. Non ho mai pensato che se la prima fosse andata bene allora sarei andata automaticamente alle Olimpiadi. Sento che non è mai abbastanza, non voglio accontentarmi. Spero di arrivare a Londra nel 2012 non per partecipare alla mia prima Olimpiade ma per vincerla. Sono consapevole che se punto a questi risultati mi attendono tre anni di sacrifici e di duro lavoro. Devo dimostrare di meritare l’attenzione che adesso ho su di me. Avere la Vezzali davanti, una pluricampionessa come lei, mi dà ancora più soddisfazione, non vorrei mai che smettesse perché è un esempio per tutte noi.


La scherma non è molto seguita.

Anche se è una disciplina dalle regole molto complesse e quindi di difficile comprensione immediata, la consiglierei ai bambini come agli adulti. È uno sport individuale, ci sei sempre e solo tu in pedana. Se vinci o perdi è merito o demerito tuo, non hai scusanti.
È bello il confronto con l’avversario. C’è la fase di studio, c’è una tattica da attuare, non è una sfida contro te stesso o contro i tuoi limiti ma un gioco anche di nervi con chi hai di fronte. Se i bambini vedono questo sport solo in tv e solo in occasione delle Olimpiadi senza mai misurarsi in pedana non potranno mai realmente apprezzarlo. È ovvio che di conseguenza anche il numero dei praticanti si abbasserà. Servirebbe più attenzione da parte dei media, ma soprattutto l’insegnamento della scherma nelle scuole con dei maestri qualificati.
Alcuni vedono nella scherma qualcosa di aggressivo, avendo noi un’arma in mano, in realtà non è nulla di più che una danza.

 
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